venerdì 17 dicembre 2010

My Dead Brain (not work safe)

"Fried Green Tomatoes" Trailer italiano






dopo tanto tempo sono riuscita a vedere questo capolavoro di film! un sodalizio unico, una amicizia femminile che supera gli ostacoli più improbabili: il razzismo, la violenza domestica, l'ipocrisia della gente, la mancanza di autostima, le quesationi femminili.
bellissimo!!!

martedì 30 novembre 2010

IO RESTO IN ITALIA - FILOMENA





Care amiche, cari amici,vi proponiamo il piccolo video che Filomena, la Rete delle Donne ha ideato dopo aver constatato il vuoto informativo sul ruolo che le donne hanno giocato e tuttora giocano nella storia e nella realtà quotidiana di questo paese. Abbiamo sentito l'esigenza di estrarre dal silenzio una piccola sequenza di figure femminili, del passato e del presente, per farle tornare in superficie in una narrazione più accurata sulla realtà dell'Italia. E' stato un esercizio difficile, il nostro. Molte, moltissime altre sono state sacrificate all'esigenza di brevità che il mezzo scelto comporta. Ci auguriamo tuttavia che il messaggio che Filomena intende veicolare con il nostro piccolo intervento risulti chiaro. Vi chiediamo di far circolare quanto più possibile questo video. Di farlo rimbalzare da un computer all'altro, mettendoci in grado di consegnare alle donne la visibilità che meritano. Pensiamo che sia opportuno cominciare da un gesto come questo, di ascolto e di diffusione, per riscrivere il necessario racconto sull'Italia. Paese senza donne, in apparenza. In realtà, paese che da sempre sul lavoro e la fatica delle donne poggia. Grazie per il sostegno che vorrete darci. FILOMENA, la rete delle donne www.filomenainrete.com http://www.youtube.com/watch?v=mQcAkCKp2Nw --

per informazioni:Annarita Budelli 333 3542632 filomenainrete@gmail.comfb: Filomena Inrete

domenica 28 novembre 2010

DONNA PRO DEATH



in questi giorni si ritorna a parlare di movimenti pro-life. proprio in concomitanza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne....

si, perchè i movimenti per la vita parlano di violenza sulle donne come se sapessero qualcosa in materia. A me è capitato di scontrarmi quasi pubblicamente con un un uomo pro life, per altro un prete, che, in un convegno sulla violenza sulla donna, ha dirottato il suo discorso sull'aborto: la donna si fa violenza, si fa del male, se decide di abortire piuttosto che dare al mondo la vita. si, perchè quest'uomo parlava di peccato, un atto orribile nei confronti della vita stessa, un atto di cui la donna rimane per sempre traumatizzata.

Immaginate una platea di adolescenti tra i 12 e 13 anni, pubblico quindi con la quale si deve stare molto attenti ad usare le parole. Io, da relatrice, che parlo in modo semplice e naturale della violenza sulle donne, del come del dove e del perchè, partendo proprio da una esperienza personale, visto che una vera femminista parte sempre dal sè. Io che procedo allargandomi ad un frasario che esprimi la liberazione della donna da ogni pregiudizio, da ogni costruzione sociale che la vede come un oggetto, come proprietà di un padrone, come un buco da quale esce la vita. Io che incito all' autodeterminazione, alla capacità di scegliere del proprio destino, alla costruzione del sè.

Subito dopo, ecco il travolgente movimento pro life contro l'aborto, per altro argomento che non mi pare centri qualcosa con la violenza che le donne subiscono. e sì, perchè i preti, la chiesa e le gente pro life in genere, che ne sanno se una donna è costretta ad abortire perchè è stata violentata da un bastardo di uomo. che ne sanno se una donna decide volontariamente di non far crescere dentro di sè la vita per motivi esterni ed interni a lei, che ne sanno se una donna opta per se stessa piuttosto che soccombere a qualcos'altro e qualcun'altro. che ne sanno se la donna è libera di decidere del proprio corpo dove e quando e come vuole.

che ne sanno tutti questi uomini, che per altro decidono di non essere neanche genitori  (scelta piuttosto facile direi), che ne sanno loro di una donna e dei suoi desideri, delle sue priorità, delle sue necessità. come osano ancora nel 2010, parlando di violenza sulle donne, accennare all'aborto come un atto di violenza contro la vita, con l'intento premeditato di farci sentire ulteriormente responsabili di una colpa inventata da loro stessi. come si permettono di giudicare il nostro corpo, come osano ancora poter controllare la nostra stessa vita.

quanto tempo ancora saremo disposte a sorbirci questo maledetto frasario pro life, contro le donne, pro violenza sulle donne e il loro silenzio nei secoli nei secoli?

giovedì 18 novembre 2010

IL BUIO DENTRO CASA




Sono P.

Ho vissuto una adolescenza serena, dividendomi tra la scuola, amicizie e un fidanzatino che mi  riempiva di coccole e peluche.

Con il mio ragazzo ci volevamo tanto bene. Era ben voluto anche dai miei genitori, da mia sorella e mio fratello. Condivideva con me molte cose, era uno di casa.

Nonostante la nostra giovane età, progettavamo già del futuro, pensavamo ai nomi che avremmo dato ai nostri figli, alla casa che avremmo abitato. Ci raccontavamo dei nostri sogni, con gli occhi da ragazzi.

Un giorno, dopo due anni che stavamo insieme, ad una sua richiesta di avere rapporti sessuali, me ne andai completamente in crisi. Fu come una bastonata, un fulmine a ciel sereno, un imprevisto alla quale non avevo mai pensato prima di allora.

Alle sue parole, tremai, incominciando a respirare faticosamente, accasciandomi per terra. Lui ovviamante si stranì, ma subito dopo tentò di capire cosa mi stesse succedendo, perchè stessi reagendo così.

Quell'anno avevo oramai 19 anni, ma mai era capitato di discutere su un argomento del genere. Mai il mio uomo aveva provato a sfiorarmi, ad avere rapporti.  Aveva sempre pazientato, sotto implicito mio desiderio, pensando che non ero ancora pronta a certe cose. Ed ora che si faceva avanti, ed ora che provava ad abbattere quel muro, quel tabù, io crollavo completamente in un baratro di disperazione, confusione, disorientata e persa tra le lacrime.


GENOVA CONTRO LA PUBBLICITA' SESSISTA




finalmente le prime conquiste  della lotta alle pubblicità sessista che infesta le nostre città, le nostre strade, le nostre fermate dei pullman,  incrementando l'dea di donna uguale corpo sessuale e da stuprare, oggetto di desiderio, merce da comprare.

l'iniziativa arriva da Genova, dove non a caso il sindaco è donna. E come non poteva un sindaco donna non indignarsi di fronte alla violenza mediatica dei numerosi cartelloni pubblicitari che feriscono ripetutamente la dignità di donne e ora a anche di bambine e bambini.



l'articolo di Repubblica

martedì 16 novembre 2010

DONNE, COLPEVOLI NEI SECOLI NEI SECOLI





Tempo fa ebbi una durissima discussione con un ragazzo della mia età, istruito, inteliggente e abbastanza informato sui fatti del mondo. Nonostante il suo bagaglio culturale, nonostante avesse la fortuna di vivere in una città multietnica e stimolante da tutti i punti di vista, dimostrò subito di essere  razzista, omofobo (come molti degli uomini che ho conosciuto) e sopratutto anti-femminista.

Era furioso con tutte le donne del mondo, specialmente con quelle italiane, per la loro incanpacità di indignarsi di fronte all'immagine del corpo delle donne nei mass media e all'uso in genere che le donne fanno del loro corpo.

Questo uomo era esausto di vedere in tv ragazzine semi nude, prezzemoline, veline, oggetti del desiderio maschile, oche affiancate da uomini tiranni che le azzittiscono appena aprono bocca, sfilare dalla mattina alla sera, senza alcuna tregua. Esausto non per la fortuna di cibarsi di tette e culi in continuazione, ma stanco di noi, intese come donne che non si indignano più di nulla.

Questo uomo era stanco inoltre di vedere in giro per strada ragazzine in minigonna, a sculettare, essere troppo espansive  ed estroverse, andare in giro con i pantaloni a pel di fica.

lunedì 15 novembre 2010

QUEL SIMBOLO DEL FUTURO AL FEMMINILE

 articolo di Umberto Veronesi tratto da La stampa

Lorenzo Mattotti


L’immagine dell’esile Aung San Suu Kyi che esce dalla sua casa-prigione mettendosi un fiore fra i capelli e stringendo un fazzoletto bianco nella mano diventerà il simbolo del nuovo percorso mondiale verso la pace.

Che, inevitabilmente, sarà guidato dalle donne. Fra i tanti commenti dei leader mondiali mi ha colpito quello del presidente Obama: «È stata liberata un’eroina». È proprio la capacità tutta femminile di essere «eroi del bene» che fa delle donne le principali vittime dei conflitti e allo stesso tempo le più grandi protagoniste dei processi di pacificazione. Io ne sono convinto da sempre, come medico delle donne, come estimatore del pensiero femminile e come uomo che ha vissuto la guerra. Infatti nel Movimento Science for Peace, che ho creato due anni fa, le donne hanno un ruolo centrale, e nella seconda edizione della Conferenza Mondiale che inaugureremo giovedì prossimo a Milano un’intera sessione sarà dedicata a esperienze di donne che vivono in aree di conflitti e mettono a rischio la propria vita per sanarli.



L'UOMO, CAMPIONE MISOGINO DELL'INFERIORITA' DELLA DONNA

foto di Mario Giacomelli



gli antichi filosofi dicevano di peste e corna sulla donna, appellandosi alla teologia, alla religione, alla filosofia. San Tommaso per esempio affermava che la donna fosse "un uomo mancato". Aristotele invece delicatamente diceva che "dobbiamo considerare il carattere delle donne come naturalmente difettoso e manchevole".  C'è stato qualcun altro che ha detto anche che "l'uomo può pensarsi senza la donna, quest'ultima invece deve richiamarsi sempre al maschio"

poi è arrivato anche Freud e la sua psicanalisi dichiaratamente misogina che diceva che le bambine sono invidiose del pene del maschio quindi cercano in tutti i modi di uguagliarsi a lui.

tutte queste teorie palesemente sessiste  fanno perno alla comune idea che si aveva (e ovviamente si ha tutt'ora) delle donna:  la donna si determina in relazione dell'uomo, non l'uomo in relazione a lei.

Insomma, per farla breve, l'uomo è visto come il Soggetto, l'Assoluto, e la donne come l'Altro, l'oggetto praticamente.Come direbbe la femminista Simone De Beauvoir l'uomo è l'essenziale, la donna un inessenziale.


LE NUOVE SCHIAVE DEL SECOLO

foto di Alessandra Sanguinetti



Condividiamo e diffondiamo l'articolo agghiacciante sui numeri della tratta delle bianche pubblicato dal Sole24ore.

in breve, le cifre della prostituzione illegale sono da capo giro: 32 miliardi di dollari l'anno di fatturato.
"donne trafficate, vendute, sfruttate, sono le nuove schiave sessuali del XXI secolo". Con il traffico delle armi e degli stupefacenti, il business della prostituzione è uno dei più lucrativi in asccoluto e coinvolge più di 12 milioni di adulti e bambini di tutto il mondo, sopratutto dei paesi del terzo mondo.

le origini di questo scempio, di questo illegale, clandestino e invisibile business risale agli anni '80, quando le donne incominciano ad abbandonare la loro terre natale, la loro miseria, e sotto ricatto, raggiungono i paesi sviluppati e industrializzati dell'Europa per soddisfare la perversa ingordigia maschile. Il fenomeno poi va via crescendo negli anni '90.


in Italia i dati sono da bribido. le schiave sono tra i 19 mila e i 26 mila. l'80 per cento sono straniere di età tra i 20 e i 30. Attualmente cresce il numero delle minorenni, molte delle quali sono transessuali provenienti dall'America Latina.


DONNE, SE CONTASSIMO DI PIU'

foto di Robert Capa

di Lea Melandri


 “I movimenti di emancipazione e liberazione hanno portato alla conquista di diritti di cittadinanza, ma si sono bloccati nel passaggio all’esercizio pieno della decisione politica”. 

E’ una considerazione che si legge nel documento Di Nuovo. La nostra libertà  che il 2 luglio verrà discusso nel corso di un evento teatrale politico a Roma, e che è stato sottoscritto da “donne diverse per età, professione e opzione politica, benché orientate a sinistra”. Non è la prima volta che viene mossa al femminismo italiano la critica di non essersi voluto misurare con le istituzioni o con quello che Alessandra Bocchetti su L’Unità ( 8.06.10) chiama “il governo della società”. Non c’è da meravigliarsi se oggi sono tante e diverse le associazioni, i gruppi, le singole, a rimarcare lo scarto “tra l’energia, l’impegno di molte donne e la misoginia imperante” che le tiene ai margini dello sviluppo civile e politico. La presenza e la forza femminile nella vita pubblica sono andate crescendo, ma senza una visibilità e incidenza adeguate.

IL SESSISMO DI ARMANI

venerdì 12 novembre 2010

NO AI FASCISTI DI CASA POUND A LECCE




divulghiamo il comunicato lanciato da LA CASA DELLE DONNE di Lecce che mette i riflettori sulla CASA POUND ITALIA di Lecce e il BLOCCO STUDENTESCO.

Cp sono i fascisti del terzo millennio, come preferiscono farsi chiamare. E il Blocco studentesco è la sua organizzazione giovanile. Sono un fascismo non cattolico (a differenza di Forza Nuova). Sono da pochi anni entrati in politica con il partito Fiamma Tricolore, quindi da movimento locale si stanno espandendo in movimento nazionale, raccogliendo con il loro populismo sempre più adepti.
Repubblica ha fatto una inchiesta su questo movimento e su tutti i movimenti di estrama destra. da vedere!




giovedì 11 novembre 2010

DONNE INCONSAPEVOLI




dove è l'orgoglio femminile che ha ispirato la forza, la dignità, il combattere, l'integrità delle donne?

dove è la cosapevolezza delle donne?

questa mancanza di orgoglio e consapevolezza si traduce nell'assenza di una forza che può far cambiare l'opinione pubblica, che può influire positivamente sugli squilibri in corso, su queste dinamiche patriarcali di distruzione di ogni diritti umano.

dove sono tutte quelle donne che a loro modo fanno sentire la loro voce a favore di una vita più rispettosa dell'ambiente e dell'umanità?

è vero, molte donne si muovono in questa direzione oggi, sopratutto tramite la rete.

sono donne attive su tanti fronti, che scrivono, che attraverso l'arte veicolano un messaggio di rispetto. sono donne che studiano, che lavorano sopratutto su stesse attraverso una continua ricerca fuori e dentro di sè.

trailer del documentario di Libera Infanzia





ecco il trailer della campagna LIBERA INFANZIA promossa da un altro genere di comunicazione.

Il documentario sarà pronto a breve!

noi di SUD EST FEM condividiamo e diffondiamo. Perchè crediamo che questo sia un dei tanti modi per denunciare l' indiscriminato utilizzo che si fa dei corpi delle bambine, le nostre future donne.


mercoledì 10 novembre 2010

RIPRENDIAMOCI LA POLITICA


continuo a lanciare questo appello: RIPRENDIAMOCI LA POLITICA


Non se ne può più. Quasta politica, la cosa pubblica, in Italia è diventata una arena di pagliacci, di puttane, di maschi assatanati di sesso, di intrighi di Stato, di frodi, di banche, di potenti che si sentono autorizzati ad offendere gratuitamente i gay, donne,  bambini, disabili,  immigrati, disoccupati, cassi integrati, precari, anziani, femministe.

Questa è la politica dei fatti privati e personali di quei grossi e ricchi e ignobili personaggi che siedono sulle succulenti sedie del potere e grazie ad esse prendono le decisioni per tutti quanti noi, senza pensare minimamente a noi.

IO NON CI STO: Basta con il voyeurismo mediatico sui corpi delle donne

Lettera aperta ai mezzi di informazione italiani

Siamo stanche e siamo indignate.

Non solo siamo state offese dai recenti comportamenti dei politici nei nostri confronti, ma anche e soprattutto dall’atteggiamento ipocrita di molti mezzi di informazione che, anziché limitarsi alla denuncia, hanno ossessivamente diffuso immagini e video soft-pornografici, nell’ennesima profusione gratuita di corpi di donne svestite in pasto agli sguardi di tutti.

Ci e vi chiediamo: dove finisce il corretto dovere di cronaca sulle vicende di chi ci dovrebbe rappresentare politicamente e dove comincia il perverso gioco al solletico del voyeurismo del pubblico?

violenza alle donne: MOLESTIE SUL LAVORO ....non stiamo zitte, parliamone, denunciamo... NON SIAMO NOI LE COLPEVOLI...




pubblicata da Voce Donna il giorno sabato 18 settembre 2010


violenza alle donne: MOLESTIE SUL LAVORO ... una su due abbiamo subito almeno una volta una vessazione sessuale...
non stiamo zitte,  parliamone, informiamo anche le giovani e giovanissime generazioni,   denunciamo... NON SENTIAMOCI COLPEVOLI  DI UNA VIOLENZA CHE CI VIENE FATTA SOLO PERCHè  DONNE... :((

Licenziata!

 


la fabbrica Omsa di Faenza ha chiuso battenti per trasferirsi in Serbia, dove ovviamente la manodopera costa molto di meno.

Così facendo, questa ditta che fa prodotti per donne come le calze, manda per assurdo a casa soprattutto lavoratrici donne.  

è l'ennesimo esempio di come una azienda arricchitasi grazie alla produttività delle sue risorse umane, decide della vita di tante donne, che dopo tanti anni di ricatti subiti, le spedisce dritte tra le mura di casa.  

Siamo solidali con queste donne e indignate contro la selvaggia politica di licenziamenti di queste azienda.

e il minimo che possiamo fare è BOICOTTARE i prodotti di questo marchio che sono:

- Omsa
- Serenella
- Golden Lady
- Philippe Matignon
- Sisi
- Hue Donna
- Hue Uomo
- Saltallegro
- Saltallegro Bebè
- Mandarina Duck

martedì 9 novembre 2010

DI NUOVO-LIBERE


                         


prendetevi 30 minuti del vostro tempo per guardare questo atto unico diretto da Cristina Comencini. finalmente si trova anche su internet, lo stavo aspettando. é un dialogo tra due donne.

Una delle due è di quelle che hanno fatto il femminismo degli anni 70, una donna che oggi è triste e delusa della sua stessa rivoluzione.

L'altra invece è una ventenne, è una che la rivoluzione non l'ha fatta, ma si è ritrovata a vivere dei risultati di quei femminismi andati, è una che da quando è nata le hanno insegnato la libertà di essere donna, di esssere una privilegiata.

il loro è uno scontro, che diventa progressivamente un confronto, tra le paure di non essere amate, di rimanere da sole, della maternità, del non riuscrire ad essere mamma e lavoratrice allo stesso tempo, della sessualità, del dover fare i conti con i sensi di colpa, dell'impossibilità di cambiare quelle regole, quelle forme fatte e dettate dai soli uomini.

UN MESSAGGIO PER FERMARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

In occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle  Donne” del 25 Novembre, la Commissione delle Pari Opportunità del comune di Corsano invita tutti i giovani e le scuole ad aderire attivamente all’iniziativa  attraverso l’elaborazione di un messaggio efficace di sensibilizzazione contro la violenza di genere.
           
L’iniziativa vuole essere un modo per avvicinare le nuove generazioni al tema della violenza attraverso la loro creatività e il loro immaginario, puntando a prevenire atteggiamenti violenti e in generale ogni forma di discriminazione, e a formare cittadini che possano vivere serenamente nel rispetto reciproco.

Questa iniziativa vuole essere un laboratorio di confronto capace di smuovere coscienze e culture, uno strumento per far acquisire una maggiore consapevolezza del problema e tentare di contrastarlo.
           
Il concorso è rivolto ai ragazzi del territorio che, in forma singola o accorporata, possono presentare un elaborato in forma di slogan e/o cartellonistica.  I lavori devono esprimere concetti,  strumenti e modalità di azione utili a promuovere e sostenere iniziative di sensibilizzazione contro la violenza alle donne.

La consegna deve essere effettuata presso il comune di Corsano entro e non oltre le ore 13,00 del giorno 19 novembre. Tutti i lavori saranno esposti in piazza San Biagio domenica 21 novembre. L’elaborato più significativo sfilerà a Lecce il 25 novembre in occasione della fiaccolata provinciale “Il salento in marcia contro la violenza”

LA PUGLIA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

sembra che la Puglia si voglia muovere su una programmata direzione per combattere la violenza sulle donne.
Lo scorso giovedi ho assistito alla conferenza tenutasi alla provincia di Lecce con gli ambiti territoriali. I soldi per finanziare l'apertura di nuovi centri anti-violenza ci sono. Fatto sta è definire la struttura, le modalità e gli operatori che andranno a confrontarsi con le donne vittime di violenza. Ma i primi passi si stanno facendo.
la violenza contro le donne così diventa prioritario per la politica pugliese del wellfare. La violenza non deve essere solo lasciato ad associazioni, alle case che accolgono donne maltrattate, alle femministe. La violenza non può essere solo un problema delle donne, del privato, ma un problema di tutti.

sabato 6 novembre 2010

I FIGLI DEGLI ALTRI E LE BATTUTE DEI POTENTI


condividiamo la lettera scritta da Giuseppina La Delfa, presidente dell'associazione genitori omesessuali famigliearcobaleno.


Ho letto questi giorni tutti i commenti e le esternazioni possibili sull'infelice e terribile "battuta" del signor Berlusconi.
Qualcuno sostiene che questa non sia una battuta, bensì un messaggio chiaro inviato agli elettori, rivolgendosi agli istinti e sentimenti più bassi che, senza riflettere, la gente può esternare; come fa quando ride delle barzellette sui carabinieri, sui froci, sugli ebrei, sulle bionde... 

Linda - Uno spot contro il silenzio

venerdì 5 novembre 2010

APPROFITTARE DELL'ASSENZA DELLE DONNE NELLA STORIA

ogni giorno che mi sveglio, rabbrividisco di fronte ai fatti che capitano nel nostro paese.

Il pensiero che i nostri politici tutto fanno tranne che curarsi del bene pubblico, del bene della collettività, mi rafforza l'idea che ho sempre avuto di loro.

Il loro lavoro dovrebbe essere fatto di azioni per la collettività, per il nostro benessere economico, fisico e sociale, e non solo.

La politica per me è cura e protezione dei deboli, di quelli che non hanno la fortuna di avere una casa, un lavoro, di coloro che hanno una malattia, fisica o mentale, di coloro che sono discriminati per il colore della pelle, per l'etnia, per il sesso.

La politica deve essere la cura dei bambini, dei loro diritti a crescere serenamente, a istruirsi, e un giorno essere indipendenti e realizzati.

La politica è il bene per tutti quanti, buoni o cattivi, uomini o donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, neri e bianchi.

mercoledì 3 novembre 2010

UNA CONDANNA CULTURALE

foto di Alessandra Sanguinetti

Svincolarsi del destino biologico è davvero impossibile in certi casi. E' una condanna culturale, imposta dal mondo patriarcale. Per una donna esprimere qualcosa di proprio, qualcosa di unico ed originale a spese di quella devozione all' altro, alla relazione, a quella sua indole di dire mai di no.

Quante donne ci sono che non dicono mai di no. Che zitte zitte sopportano e tirano avanti così per tutta la vita, sopprimendo le loro vere emozioni, i loro veri sogni.

Ecco perchè poi si ridicolarizzano le femministe rompiscatole, che parlano troppo insomma, che stravolgano quella immagine di donna che ama unicamente un figlio alla volta e per sempre, che non tradisce mai, che si dedica sempre ai lavori di cura, obbediente e pacifica.

inoltre è una condanna culturale anche il fatto che la donna non è portata a fare Politica. La donna è troppo buona per occuparsi della cosa pubblica, e quindi è meglio che rimanga a casa, a occuparsi della cosa privata.

martedì 2 novembre 2010

Appello per il 25 novembre. L’uccisione di Sarah non è un talk show


di Movimento femminista proletario rivoluzionario - Taranto

Il Mfpr chiama tutte/i sia a livello locale che nazionale a rendere la morte di Sarah come la uccisione e violenze sessuali di tante ragazze e donne, una forte "arma" contro questo sistema sociale da moderno medioevo.


Appello
L’uccisione di Sarah sta mettendo in evidenza vari aspetti.

L’assurdo circo mediatico che si è costruito intorno.

Questo da un lato ha fatto diventare una vicenda, che affonda della guerra di bassa intensità contro le donne ed è parte nella condizione di vita, sociale di tante ragazze, un talk show, un brutto film giallo ("Avetrana nn è Hollywood" è la scritta comparsa giorni fa su un muro del paese); a questo punto, resa la morte di Sarah uno spettacolo da "grande fratello", non è più reale, non deve più provocare emozioni, rabbia, ribellione, ma morbosa curiosità, facendo volutamente un’operazione di capovolgimento: non si parte dalla vicenda personale per comprenderne le ragioni sociali, ma si cancellano di fatto le ragioni sociali e tutto si riduce a scandagliare i particolari.

LIBERA INFANZIA


apprendo con enorme piacere che riprende la campagna di LIBERA INFANZIA, iniziativa ideata da un'altro genere di comunicazione.

il lavoro nasce dalla triste consapevolezza dell'uso indiscriminato del corpo delle bambine per vendere i prodotti.

Le nostre bambine vengono rappresentante non solo come merce, ma come oggetto sessuale e appetibile, attraverso una eroticizzazione del loro corpo, che come quello delle adulte,  diventa oggetto di desiderio degli uomini.

La questione è davvero grave. Si incomincia da presto a indottrinare le bambine ad essere adulte prima del dovuto, ad essere sensulamente appetibili, incitandole quindi ad assumere atteggiamenti provocanti, a vestirsi come le loro mamme, a preoccuparsi solo del loro aspetto esteriore, ad essere sexy e basta.

Per non parlare del fatto che questo tipo di immagini alimentano la pedopornografia, il turismo sessuale, e la pedofilia in genere.

la campagna vuole monitorare la diffusione  di immagini  "bambina-oggetto sessuale" tra i mass media italiani (dato che il fenomeno è prettamente italiano); far conoscere queste immagini  e sensibilizzare chi ha buon senso a boicottare questi prodotti o inviare alle aziende in questione una e.mail action di disappunto e indignazione.

IL DESTINO PUO' ESSERE SOLO MIO?

ieri parlavo con una donna adulta, casalinga, con tre figli adolescenti. Si parlava del più del meno, come sempre.

Ad un certo punto mi ha chiesto dei miei sogni, delle mie ambizioni, di cosa vorrei essere da grande.
le ho risposto che ancora devo decidere cosa sarò da grande, e lei mi ha sorriso timidamente. così , con il cuore in mano, ha provato a spiegare quello che l'è successo, quando alla mia età, aveva tanti sogni nel cassetto. Che voleva diventare qualcuno, che voleva realizzarsi. Invece sono arrivati i figli, e con loro, non ha avuto più il tempo e lo spazio per pensare a se stessa.

Questa è una storia comune, una storia che sento tutti i giorni, da donne , madri, nonne.  ed è l'ennesima conferma che la donna si trova sempre in mezzo a due versanti.

il primo versante comprende dei fattori interni, come il rapporto con l'uomo, con il proprio corpo e sessualità, il ruolo di figlia, madre e nonnna, nelle sue evoluzioni fino alla menopausa.

venerdì 29 ottobre 2010

RIFLESSIONE DEL VENERDI SERA:L'ENERGIA PULITA DELLA DONNA



Patriarcato, dominio, potere maschile non si identificano più in un singolo uomo padre padrone autoritario, nè in tutti gli uomini. Per nostra fortuna donne e uomini di tempi oramai passati hanno versato sangue per questo.

In realtà però l'anima nera del patriarcato si è infilata nelle mafie, nei mercati delle droghe, dei corpi umani, delle nuove schiavitù, nell'economia, nella politica corporativa, cose che vogliono a tutti i costi il potere assoluto.

In questo scenario, l'immagine delle donne, con la loro debolezza associata alla NON VIOLENZA, alla difesa dell'ambiente, alla cura e protezione, alle buoni ragioni del localismo, della semplicità e purezza e tolleranza, produce una ENERGIA PULITA in opposizione al MASCHILE DOMINANTE, guerrafondaio, padrone corrotto dal denaro e dalla tecnologia, prepotente ed imperialista.


LE DONNE, accanto ovviamente a quella componente dissidente maschile, diventano una forza motrice di un possibile abbattimento del PATRIARCATO CAPITALISTA.

non è vero????

SE ALL'UOMO NON PIACE LA MADRE CATTIVA

 
 
foto di Alessandra Sanguinetti
 

L'interlocutore uomo di ieri sera era un uomo sulla cinquantina, abbastanza moderno, e con una forte opinione nei confronti dell'emancipazione femminile

L'interlocutore di ieri rimprovera le donne che hanno abbandonato il loro consueto ruolo sociale, di mamme che trasmettono sicurezza e affidabilità, per aver preferito il lavoro, anche se precario, alla sicura casa e maternità, vista non più come la massima aspirazione

l'interlocutore di ieri rimprovera le donne che decidono di divorziare e che spesso decidono di non sposarsi affatto.

mercoledì 27 ottobre 2010

LAVORATRICE O MADRE?


Mi invia una e-mail una ragazza, che,  angosciata sul suo futuro già incerto e precario per i tempi che corrono, mi chiede giustamente cosa ne penso riguardo al fatto che una donna sia costretta, specialmente qui nel Sud, a scegliere tra LAVORO e FAMIGLIA.

La ragazza in questione è neo-laureata, e ovviamente sta amaramente scoprendo quanto sia complicato trovare un lavoro coerente con i faticosi studi specialmente in un Sud dove il lavoro non c'è, e quel poco che c'è non riconosce affatto la tua prepazione.

Bene, io ho una mia opinione a riguardo e provo a rispondere alla domanda che la ragazza mi ha posto.

QUANDO AI COLLOQUI DI LAVORO CHIEDONO DELLA TUA VITA PRIVATA

Sarà capitato a tutte che, durante un colloquio di lavoro, il datore o il responsabile risorse umane, vi abbia carinamente chiesto di voi, della vostra vita personale, delle vostre intenzioni, se volete fare figli, o se vi state per sposare, o che lavoro fa il vostro compagno/marito.

Insomma, mi riferisco a tutte quelle domande che vi vengono poste non per verificare le competenze possedute per il lavoro la quale vi state proponendo, ma sono domande fatte giusto per soddisfare quella voglia ingiustificata dell'interlocutore (che quasi sempre è un uomo) di sapere quanto e come siete disposte alla flessibilità lavorativa che oggi giorno è il pilastro del lavoro.

Infatti nella nostra cultura misogina, una donna con figli è un pò meno competitiva di una felicemente libera da impegni famigliari. Una donna con famiglia quindi è di serie B.

PERCHE' A VOLTE CI SENTIAMO IN UNA CAMPANA DI VETRO

Esther è una giovane donna normale, con una vita esemplare e piena di aspettative. Frequenta il college e sogna di scrivere poesie e diventare un giorno una scrittrice di fama, e magari trovare un uomo che la sposi e le doni la gioia di avere dei figli.

E' piena di energie, proprie di una ragazza di diciannove anni di fronte alle prime esperienze vere di vita.

Ma arriva il momento della rottura con se stessa. Il respiro si ferma, le forze vengono a mancare, la voglia di vivere vola via. Paura, paura, puara. L'aria nella campana di vetro diventa così asfissiante e viziosa che la voglia di morire incombe sempre di più.

martedì 26 ottobre 2010

UN FLASH MOB ALLA STAZIONE TERMINI

Trenitalia, pur di far soldi e pur di far vedere di essere sensibile alle questioni di genere, ha lanciato una nuova offerta: viaggio gratis per tutte le donne che prendono il treno freccia Rosa. Ok, fin qui sarebbe tutto fantastico, soprattutto per i  portafogli di noi donne, sempre più povere. Ma la cosa non è come sembra. La donna viaggia gratis solo se viene accompagnata.

Per l'ennesima volta si fanno iniziative sessiste, antiifemministe e discriminatorie, a livello nazionale, atte a  ribadire la misogina idea di donna uguale a proprietà di qualcuno, ad oggetto e  merce da vendere.

Pertanto, sabotiamo FRECCIA ROSA

per chi si trova a Roma, c'è un flash Mob da non perdere  

da IO VIAGGIO DA SOLA 

LA VIOLENZA DELL'ESCLUSIONE

vi segnalo questo interessante articolo, per capire meglio dei disastri  che la nostra società italiana deve farsi carico per colpa dell'esclusione delle donne nella sfera pubblica.

da zeroviolenzadonne.it


lunedì 25 ottobre 2010

Albo delle Associazioni, dei Movimenti Femminili e delle Cooperative Sociali di genere

da Puglia Sociale

 

 Legge regionale 21 marzo 2007, n. 7, art. 22 - D.G.R n. 67 del 31/01/2008 - Aggiornamento Albo delle associazioni, dei movimenti femminili e delle cooperative sociali di genere - Avviso Anno 2010.

Prevenzione e tutela della salute femminile dentro l'Università

da CSVS 

Nasce presso il Comitato Pari opportunità lo sportello “Prendersi cura di te”, frutto del protocollo d'intesa tra l'Ateneo di Lecce e la Asl. Informazioni su contraccezione, prevenzione tumori, menopausa.


Sarà attivo a partire da martedì 5 ottobre, presso la sede del Comitato Pari opportunità dell'Università di Lecce (Palazzo Principe Umberto, viale Gallipoli 49) uno sportello informa donna che, per un periodo di sperimentazione di dodici mesi, sarà a disposizione del personale femminile e delle studentesse per fornire informazioni in tema di tutela della salute. Lo sportello "Prendersi cura di te", è frutto di un protocollo d'intesa stipulato proprio tra il Comitato Pari opportunità dell'ateneo e la Asl di Lecce e sarà attivo ogni martedì dalle 9 alle 11.

domenica 24 ottobre 2010

PROGETTO DONNE E LAVORO

da pugliaimpiego.it

Trecentomila euro in palio per trasformare le idee in progetti concreti, purché siano imprese sociali e al femminile. È il progetto "Donne & lavoro" organizzato dalla Fondazione Vodafone Italia con Donna Moderna per incentivare l'intraprendenza delle donne nel mondo del lavoro.




Dal 15 ottobre fino al 15 gennaio 2011 tutte le donne dai 18 anni in su che vogliono realizzare un'impresa possono proporre i loro progetti e concorrere per tre diversi ambiti: .

- solidarietà, con imprese che intervengano nell'ambito del disagio femminile;
- web (riservato per le under 30), con idee di tecnologia multimediale;
- casa&lavoro, ovvero idee che puntino sulla conciliazione.

Per partecipare deve essere presentato un articolato business plan per un'impresa sociale: il requisito necessario è che deve essere gestita da donne ed impiegare donne. Il tutto rigorosamente profit: "Le imprese vengono finanziate in fase di start-up con 100mila euro a fondo perduto, ma devono dimostrare di sapersi reggere sulle proprie gambe e fare utili da reinvestire, per questo i tre progetti che saranno premiati saranno selezionati da una giuria di economisti ed esperti".

I progetti verranno seguiti anche in fase di realizzazione, per questo verrà dato un 40% di finanziamento subito, poi il restante 60% in altre due trance.

Telefonando il mercoledì (dalle 10 alle 12) allo 0461/283375 begin_of_the_skype_highlighting              0461/283375      end_of_the_skype_highlighting o scrivendo a: donne-lavoro@euricse.eu è possibile ricevere suggerimenti e spiegazioni per la stesura del business plan e per tutti gli aspetti giuridici e fiscali legati all'avvio di un'impresa sociale.

Il bando del concorso, il modello di domanda ed ulteriori informazioni sul sito (www.donnamoderna.com).

sabato 23 ottobre 2010

MINIGONNE MULTATE

a Castellammare, paese della provinvia di Napoli,  in questi giorni c'è da ridere per davvero.

Il nuovo Regolamento di Polizia Comunale voluto dal sindaco prevede il divieto di camminare in minigonna, di indossare tacchi a spillo e di portare decolleté. Tutto in nome della decenza.

quindi, donne di Castellamare, state attente, non osate metervi la minigonna, che sarete multate, proprio come avviene nei paesi arabi. 


ecco Mailbombing contro la multa alle minigonne per il decoro di Castellammare su Facebook.

M A – D O N N E 25 X



un ristorante diffuso grande una città…
un giorno per urlare "sottovoce" il no alla violenza...
contro le donne...
bambine...

da un’idea di Ippolito Chiarello (nasca teatri di terra)

un progetto di Ippolito Chiarello e Paola Leone

LABORATORIO TEATRALE MA-DONNE 25 X

IL laboratorio è aperto a 25 attrici/aspiranti e sarà condotto dall’attore Ippolito Chiarello.

giovedì 21 ottobre 2010

L'UOMO CHE SI CREDE FEMMINISTA

Stefano Rosso, cantante anarchico e femminista
Ieri ero a cena con il mio compagno e una coppia di amici con la quale si può allegramente parlare di tutto e di più.

come avviene nelle nostre reunion però ci ritroviamo immancabilmente a bisticciare con i soliti discorsi: donne contro uomini.

due contro due, che casino!!

noi due,  ragazze di ampissime vedute, a sostenere la teoria che ancora oggi le donne sono relegate ai tipicizzati ruoli di mamme, badanti, casalinghe, amanti, lavoratrici a tempo pieno, che se torni da lavoro ti tocca fare altre mille cose, pulire, stirare, stare dietro ai pargoletti, pensare a genitori e suoceri, e bla bla....

mercoledì 20 ottobre 2010

Una su Tre (trailer) - KILLOUT

SUD CHIAMA NORD

continuano ancora a delinearsi le modalità per la MANIFESTAZIONE che avverrà a Milano intorno al 20 novembre contro la violenza di genere.

le sorelle dei collettivi femministi, con  femminismo a sud, stanno prendendo le adesioni.

Dobbiamo partecipare tutte quante noi.

perchè ogni giorno una donna muore a causa di una cultura malata misogina.

QUANDO UN UOMO NON SA RINUNCIARE A NIENTE


Anna è una donna qualunque, vive e Milano e sembra soddisfatta del proprio lavoro.

Conduce una esistenza piuttosto monotona con il suo compagno, un uomo bonaccione, un pò troppo preso da futili hobby, poco attento alle esigenze della sua amata. Infatti è talmento distratto dalle reali necessità di Anna che pensa che l'unico modo per renderla ancora più felice è fare un figlio, come se alle donne farle diventare mamme sia come donarle un regalo.

Ma in realtà non è questo di cui ha bisogno ora Anna. Non a caso un giorno Anna si innamora di uno sconosciuto, per caso.  Da questo incontro Anna  ricomincia a sentirsi viva, a godere di tutta quella passione di cui una donna ha sempre bisogno. Dice bugie a tutti quanti pur di rivedere il suo uomo, che ha due figli ed è sposato con una donna che nonostante scopre le sue scappatelle, da brava sottomessa, lo riaccoglie tra le sue braccia.

martedì 19 ottobre 2010

ALLE RADICI DELLA DIFFERENZA: RITRATTO DI CARLA LONZI

Ho conosciuto Carla Lonzi per la prima volta durante un seminario di scrittura femminile intitolato “Donne che dovresti conoscere”. 

E si, Carla Lonzi pochi la conoscono oggi, ed io che ho seguito numerosi convegni e studi sull’emancipazione femminile, mai ho sentito nominare il nome di questa donna la cui voce era totalmente rivoluzionaria e fuori dal coro, per non dire scomoda. Così ho deciso di approfondire la conoscenza di questa figura anti-conformista, davvero emancipata, e di capire chi è Carla Lonzi e cosa voleva e vuole dirci a noi donne.  



LA RESISTENZA è LA DIFFERENZA

Quando ero piccola, la mamma m’indottrinava in ogni azione quotidiana che, per stare a galla in questo strano mondo, dovevo essere brava a scuola, dovevo essere a modo, dovevo andare a messa, dovevo non parlare con gli sconosciuti, dovevo pensare solo a me stessa, dovevo ambire a diventare qualcuno. 

E al liceo il mio professore d’italiano mi condannava quando le poche volte che alzavo il braccio per un intervento, sosteneva che le mie parole suonavano troppo di ribellione al regime scolastico mentre sullo sfondo i miei compagni di classe se la ridevano sotto i baffi appagando l’autorità. 

CICLO DI INCONTRI IN PUGLIA CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

sembra che le istituzioni si stiano preoccupando seriamente che la violenza di genere è un problema di entità sociale.

il cambiamento deve avvenire sopratutto dal basso, da una rivoluzione delle nostre coscienze. ma se le istitutuzioni continuano a dormire sugli allori, allora questo desiderato cambiamento non può che essere fallimentare.

tocca che si crei una discussione pubblica, un tavolo dove parlare di questa urgenza e cercare di trovare delle buone soluzioni attraverso l'adozione di azioni positive nei confronti delle donne.

nel mese di ottobre la regione Puglia ha deciso di parlarne, creando un dibattito pubblico istituzionale.

il calendario del ciclo di incontri:
11 ottobre, ore 11, Provincia BAT
13 ottobre ore 11, Provincia di Foggia
20 ottobre ore 10, Provincia di Taranto
21 ottobre ore 11, Provincia di Lecce
26 ottobre ore 10, Provincia di Brindisi

SEMINARIO SU CARLA LONZI A LECCE, NOVEMBRE 18,19,20

dalla pagina facebook della" Casa delle donne di Lecce"

Seminario. La rivoluzione degli anni 70: il femminismo non è un'ideologia. La proposta politica di Carla Lonzi

18 novembre · 9.00 - 16.30


Luogo Aula E5 Edificio Codacci Pisanelli
Creato da Evaluna Lecce Libreria

Maggiori informazioni
18/11 ore 16.00-19.30. Intervengono Marisa Forcina e Fiorella Cagnoni


19/11 ore 16.00-19.30. Proiezione del video "Alzare il cielo.Ritratto di Carla Lonzi".Interviene Annarita Merico.


20/11 ORE 09.00-19.30.Intervengono Maria luisa Boccia, Pietta Daniela,Elisabetta Cibelli

ATTIVIAMOCI: PRESIDIO A MILANO

a MILANO, in data ancora da decidere, ma più o meno verso il 20 novembre, ci sarà un presidio contro la violenza di genere. Ovviamente non sarà quella internazionale che cade 5 giorni dopo.

Questa contromanifestazione organizzata dalle sorelle di femminismo a sud, con l'aiuto dei collettivi femministi di tutta Italia, si propone di scendere in piazza per i ripetuti episodi di violenza di genere che stanno animando il nostro quotidiano da un pò di mesi.

Ogni giorno è un vero bollettino di guerra

donne di qualsiasi età, etnia, estrazione sociale, muoiono, vengono picchiate, malmentate, perseguitate da uomini. la maggior parte dei casi sono uomini appartenenti allla famiglia della vittima, come il caso orribile di Sarah Scazzi. per confermare che la violenza è dentro le mura di casa nostra. e non fuori, come ci vogliono far credere loro, attraverso una propaganda politica contro gli extracomunicatri.

noi scediamo in piazza per ribellarci alla cultura che vede l'uomo, e lo giustifica, il sesso più forte.

SudEst Fem parteciperà alla manifestazione alternativa a quella istituzionale del 25 novembre.

data e luogo ancora da definire.

noi del sud est pugliese potremmo organizzarci e raggiungere il luogo del presidio insieme

per info: sudestfem@gmail.com

lunedì 18 ottobre 2010

ALEZIO, DONNA CHE DICE "BASTA"

Meno male che ogni tanto una donna decide coraggiosamente di denunciare le violenze che subisce.

è il caso di Alezio, Lecce, dove una donna ha trovato il coraggio di dire BASTA alle botte che prendeva da suo marito, il padre padrone della situazione.

e mentre vanno in Tv i Grandi fratelli e le dirette sul caso Sarah, ecco che le donne si ribellano, trovano la forza e il coraggio di opporsi al tiranno, pur sapendo che la strada della liberazione non finisce con la denuncia, anzi la strada è piena di insidie, sconfitte e deluzioni.

alla donna che denucia la violenza spesso, capiterà di:

1-essere accusata di "se l'è cercata"
2-essere processata al posto di lui
3-essere maledetta dai parenti di lui, specialmente la suocera
4-essere giudicata una poco di buono da tutto il paese
5-essere costretta ad andare via dal paese, dalla sua casa, perchè all'uomo gli vengono dati, per il famoso controsenso all'italiana, gli arresti domiciliari.


insomma la vita di una donna che denuncia è davvero difficile, sopratutto in prospettiva di quello che può succedere dopo, in una realtà dove chi denuncia  quasi sempre passa dalla parte del torto.

donne, comunque vada, denunciate, perchè due sono le strade: morire per mano degli uomini o resistere!!!!

venerdì 15 ottobre 2010

ANCORA VIOLENZA

ogni giorni ci svegliamo e apprendiamo tristemente che un'altra donna è stata o violenta, o ammazzata, o perseguitata, o picchiata, o ridotta in fin di vita per mani degli uomini. E' un vero e proprio bollettino di guerra.

dopo il clamoroso caso della donna rumena in fin di vita atterrata da un pugno di un giovane romano alla stazione anagnina, tra gli articoli e i servizi mediatici dedicati all'accaduto, poche sono state le frasi dette che hanno denunciato la violenza di un uomo nei confronti di una donna.

IL BLOG DELLE DONNE FEMMINISTE

Questo blog è antisessista, antirazzista, antifascista.
È una piazza virtuale per discutere insieme, scambiarci informazioni, consigli, opinioni e soluzioni sulle tante problematiche di genere che affliggono la nostra terra pugliese. Questo blog vuole dare voce a tutte quelle donne che sono davvero stanche di starsene zitte, di sopportare silenziosamente una realtà misogina come la nostra, dove sono sempre gli uomini a comandare e dove siamo sempre noi donne a essere in seconda fila, ad essere relegate ai soliti ruoli di mamme e mogli per bene. Sud Est Fem vuole superare tutti quegli stereotipi di genere e intraprendere un percorso di autodeterminazione e liberazione delle donne pugliesi. E lo vuole fare creando una rete di donne che combattano insieme su questo fronte di liberazione, che si alleino per dare vita ad un progetto duraturo di scambio reciproco di esperienze e saperi.