martedì 30 novembre 2010

IO RESTO IN ITALIA - FILOMENA





Care amiche, cari amici,vi proponiamo il piccolo video che Filomena, la Rete delle Donne ha ideato dopo aver constatato il vuoto informativo sul ruolo che le donne hanno giocato e tuttora giocano nella storia e nella realtà quotidiana di questo paese. Abbiamo sentito l'esigenza di estrarre dal silenzio una piccola sequenza di figure femminili, del passato e del presente, per farle tornare in superficie in una narrazione più accurata sulla realtà dell'Italia. E' stato un esercizio difficile, il nostro. Molte, moltissime altre sono state sacrificate all'esigenza di brevità che il mezzo scelto comporta. Ci auguriamo tuttavia che il messaggio che Filomena intende veicolare con il nostro piccolo intervento risulti chiaro. Vi chiediamo di far circolare quanto più possibile questo video. Di farlo rimbalzare da un computer all'altro, mettendoci in grado di consegnare alle donne la visibilità che meritano. Pensiamo che sia opportuno cominciare da un gesto come questo, di ascolto e di diffusione, per riscrivere il necessario racconto sull'Italia. Paese senza donne, in apparenza. In realtà, paese che da sempre sul lavoro e la fatica delle donne poggia. Grazie per il sostegno che vorrete darci. FILOMENA, la rete delle donne www.filomenainrete.com http://www.youtube.com/watch?v=mQcAkCKp2Nw --

per informazioni:Annarita Budelli 333 3542632 filomenainrete@gmail.comfb: Filomena Inrete

domenica 28 novembre 2010

DONNA PRO DEATH



in questi giorni si ritorna a parlare di movimenti pro-life. proprio in concomitanza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne....

si, perchè i movimenti per la vita parlano di violenza sulle donne come se sapessero qualcosa in materia. A me è capitato di scontrarmi quasi pubblicamente con un un uomo pro life, per altro un prete, che, in un convegno sulla violenza sulla donna, ha dirottato il suo discorso sull'aborto: la donna si fa violenza, si fa del male, se decide di abortire piuttosto che dare al mondo la vita. si, perchè quest'uomo parlava di peccato, un atto orribile nei confronti della vita stessa, un atto di cui la donna rimane per sempre traumatizzata.

Immaginate una platea di adolescenti tra i 12 e 13 anni, pubblico quindi con la quale si deve stare molto attenti ad usare le parole. Io, da relatrice, che parlo in modo semplice e naturale della violenza sulle donne, del come del dove e del perchè, partendo proprio da una esperienza personale, visto che una vera femminista parte sempre dal sè. Io che procedo allargandomi ad un frasario che esprimi la liberazione della donna da ogni pregiudizio, da ogni costruzione sociale che la vede come un oggetto, come proprietà di un padrone, come un buco da quale esce la vita. Io che incito all' autodeterminazione, alla capacità di scegliere del proprio destino, alla costruzione del sè.

Subito dopo, ecco il travolgente movimento pro life contro l'aborto, per altro argomento che non mi pare centri qualcosa con la violenza che le donne subiscono. e sì, perchè i preti, la chiesa e le gente pro life in genere, che ne sanno se una donna è costretta ad abortire perchè è stata violentata da un bastardo di uomo. che ne sanno se una donna decide volontariamente di non far crescere dentro di sè la vita per motivi esterni ed interni a lei, che ne sanno se una donna opta per se stessa piuttosto che soccombere a qualcos'altro e qualcun'altro. che ne sanno se la donna è libera di decidere del proprio corpo dove e quando e come vuole.

che ne sanno tutti questi uomini, che per altro decidono di non essere neanche genitori  (scelta piuttosto facile direi), che ne sanno loro di una donna e dei suoi desideri, delle sue priorità, delle sue necessità. come osano ancora nel 2010, parlando di violenza sulle donne, accennare all'aborto come un atto di violenza contro la vita, con l'intento premeditato di farci sentire ulteriormente responsabili di una colpa inventata da loro stessi. come si permettono di giudicare il nostro corpo, come osano ancora poter controllare la nostra stessa vita.

quanto tempo ancora saremo disposte a sorbirci questo maledetto frasario pro life, contro le donne, pro violenza sulle donne e il loro silenzio nei secoli nei secoli?

giovedì 18 novembre 2010

IL BUIO DENTRO CASA




Sono P.

Ho vissuto una adolescenza serena, dividendomi tra la scuola, amicizie e un fidanzatino che mi  riempiva di coccole e peluche.

Con il mio ragazzo ci volevamo tanto bene. Era ben voluto anche dai miei genitori, da mia sorella e mio fratello. Condivideva con me molte cose, era uno di casa.

Nonostante la nostra giovane età, progettavamo già del futuro, pensavamo ai nomi che avremmo dato ai nostri figli, alla casa che avremmo abitato. Ci raccontavamo dei nostri sogni, con gli occhi da ragazzi.

Un giorno, dopo due anni che stavamo insieme, ad una sua richiesta di avere rapporti sessuali, me ne andai completamente in crisi. Fu come una bastonata, un fulmine a ciel sereno, un imprevisto alla quale non avevo mai pensato prima di allora.

Alle sue parole, tremai, incominciando a respirare faticosamente, accasciandomi per terra. Lui ovviamante si stranì, ma subito dopo tentò di capire cosa mi stesse succedendo, perchè stessi reagendo così.

Quell'anno avevo oramai 19 anni, ma mai era capitato di discutere su un argomento del genere. Mai il mio uomo aveva provato a sfiorarmi, ad avere rapporti.  Aveva sempre pazientato, sotto implicito mio desiderio, pensando che non ero ancora pronta a certe cose. Ed ora che si faceva avanti, ed ora che provava ad abbattere quel muro, quel tabù, io crollavo completamente in un baratro di disperazione, confusione, disorientata e persa tra le lacrime.


GENOVA CONTRO LA PUBBLICITA' SESSISTA




finalmente le prime conquiste  della lotta alle pubblicità sessista che infesta le nostre città, le nostre strade, le nostre fermate dei pullman,  incrementando l'dea di donna uguale corpo sessuale e da stuprare, oggetto di desiderio, merce da comprare.

l'iniziativa arriva da Genova, dove non a caso il sindaco è donna. E come non poteva un sindaco donna non indignarsi di fronte alla violenza mediatica dei numerosi cartelloni pubblicitari che feriscono ripetutamente la dignità di donne e ora a anche di bambine e bambini.



l'articolo di Repubblica

martedì 16 novembre 2010

DONNE, COLPEVOLI NEI SECOLI NEI SECOLI





Tempo fa ebbi una durissima discussione con un ragazzo della mia età, istruito, inteliggente e abbastanza informato sui fatti del mondo. Nonostante il suo bagaglio culturale, nonostante avesse la fortuna di vivere in una città multietnica e stimolante da tutti i punti di vista, dimostrò subito di essere  razzista, omofobo (come molti degli uomini che ho conosciuto) e sopratutto anti-femminista.

Era furioso con tutte le donne del mondo, specialmente con quelle italiane, per la loro incanpacità di indignarsi di fronte all'immagine del corpo delle donne nei mass media e all'uso in genere che le donne fanno del loro corpo.

Questo uomo era esausto di vedere in tv ragazzine semi nude, prezzemoline, veline, oggetti del desiderio maschile, oche affiancate da uomini tiranni che le azzittiscono appena aprono bocca, sfilare dalla mattina alla sera, senza alcuna tregua. Esausto non per la fortuna di cibarsi di tette e culi in continuazione, ma stanco di noi, intese come donne che non si indignano più di nulla.

Questo uomo era stanco inoltre di vedere in giro per strada ragazzine in minigonna, a sculettare, essere troppo espansive  ed estroverse, andare in giro con i pantaloni a pel di fica.

lunedì 15 novembre 2010

QUEL SIMBOLO DEL FUTURO AL FEMMINILE

 articolo di Umberto Veronesi tratto da La stampa

Lorenzo Mattotti


L’immagine dell’esile Aung San Suu Kyi che esce dalla sua casa-prigione mettendosi un fiore fra i capelli e stringendo un fazzoletto bianco nella mano diventerà il simbolo del nuovo percorso mondiale verso la pace.

Che, inevitabilmente, sarà guidato dalle donne. Fra i tanti commenti dei leader mondiali mi ha colpito quello del presidente Obama: «È stata liberata un’eroina». È proprio la capacità tutta femminile di essere «eroi del bene» che fa delle donne le principali vittime dei conflitti e allo stesso tempo le più grandi protagoniste dei processi di pacificazione. Io ne sono convinto da sempre, come medico delle donne, come estimatore del pensiero femminile e come uomo che ha vissuto la guerra. Infatti nel Movimento Science for Peace, che ho creato due anni fa, le donne hanno un ruolo centrale, e nella seconda edizione della Conferenza Mondiale che inaugureremo giovedì prossimo a Milano un’intera sessione sarà dedicata a esperienze di donne che vivono in aree di conflitti e mettono a rischio la propria vita per sanarli.



L'UOMO, CAMPIONE MISOGINO DELL'INFERIORITA' DELLA DONNA

foto di Mario Giacomelli



gli antichi filosofi dicevano di peste e corna sulla donna, appellandosi alla teologia, alla religione, alla filosofia. San Tommaso per esempio affermava che la donna fosse "un uomo mancato". Aristotele invece delicatamente diceva che "dobbiamo considerare il carattere delle donne come naturalmente difettoso e manchevole".  C'è stato qualcun altro che ha detto anche che "l'uomo può pensarsi senza la donna, quest'ultima invece deve richiamarsi sempre al maschio"

poi è arrivato anche Freud e la sua psicanalisi dichiaratamente misogina che diceva che le bambine sono invidiose del pene del maschio quindi cercano in tutti i modi di uguagliarsi a lui.

tutte queste teorie palesemente sessiste  fanno perno alla comune idea che si aveva (e ovviamente si ha tutt'ora) delle donna:  la donna si determina in relazione dell'uomo, non l'uomo in relazione a lei.

Insomma, per farla breve, l'uomo è visto come il Soggetto, l'Assoluto, e la donne come l'Altro, l'oggetto praticamente.Come direbbe la femminista Simone De Beauvoir l'uomo è l'essenziale, la donna un inessenziale.


LE NUOVE SCHIAVE DEL SECOLO

foto di Alessandra Sanguinetti



Condividiamo e diffondiamo l'articolo agghiacciante sui numeri della tratta delle bianche pubblicato dal Sole24ore.

in breve, le cifre della prostituzione illegale sono da capo giro: 32 miliardi di dollari l'anno di fatturato.
"donne trafficate, vendute, sfruttate, sono le nuove schiave sessuali del XXI secolo". Con il traffico delle armi e degli stupefacenti, il business della prostituzione è uno dei più lucrativi in asccoluto e coinvolge più di 12 milioni di adulti e bambini di tutto il mondo, sopratutto dei paesi del terzo mondo.

le origini di questo scempio, di questo illegale, clandestino e invisibile business risale agli anni '80, quando le donne incominciano ad abbandonare la loro terre natale, la loro miseria, e sotto ricatto, raggiungono i paesi sviluppati e industrializzati dell'Europa per soddisfare la perversa ingordigia maschile. Il fenomeno poi va via crescendo negli anni '90.


in Italia i dati sono da bribido. le schiave sono tra i 19 mila e i 26 mila. l'80 per cento sono straniere di età tra i 20 e i 30. Attualmente cresce il numero delle minorenni, molte delle quali sono transessuali provenienti dall'America Latina.


DONNE, SE CONTASSIMO DI PIU'

foto di Robert Capa

di Lea Melandri


 “I movimenti di emancipazione e liberazione hanno portato alla conquista di diritti di cittadinanza, ma si sono bloccati nel passaggio all’esercizio pieno della decisione politica”. 

E’ una considerazione che si legge nel documento Di Nuovo. La nostra libertà  che il 2 luglio verrà discusso nel corso di un evento teatrale politico a Roma, e che è stato sottoscritto da “donne diverse per età, professione e opzione politica, benché orientate a sinistra”. Non è la prima volta che viene mossa al femminismo italiano la critica di non essersi voluto misurare con le istituzioni o con quello che Alessandra Bocchetti su L’Unità ( 8.06.10) chiama “il governo della società”. Non c’è da meravigliarsi se oggi sono tante e diverse le associazioni, i gruppi, le singole, a rimarcare lo scarto “tra l’energia, l’impegno di molte donne e la misoginia imperante” che le tiene ai margini dello sviluppo civile e politico. La presenza e la forza femminile nella vita pubblica sono andate crescendo, ma senza una visibilità e incidenza adeguate.

IL SESSISMO DI ARMANI

venerdì 12 novembre 2010

NO AI FASCISTI DI CASA POUND A LECCE




divulghiamo il comunicato lanciato da LA CASA DELLE DONNE di Lecce che mette i riflettori sulla CASA POUND ITALIA di Lecce e il BLOCCO STUDENTESCO.

Cp sono i fascisti del terzo millennio, come preferiscono farsi chiamare. E il Blocco studentesco è la sua organizzazione giovanile. Sono un fascismo non cattolico (a differenza di Forza Nuova). Sono da pochi anni entrati in politica con il partito Fiamma Tricolore, quindi da movimento locale si stanno espandendo in movimento nazionale, raccogliendo con il loro populismo sempre più adepti.
Repubblica ha fatto una inchiesta su questo movimento e su tutti i movimenti di estrama destra. da vedere!




giovedì 11 novembre 2010

DONNE INCONSAPEVOLI




dove è l'orgoglio femminile che ha ispirato la forza, la dignità, il combattere, l'integrità delle donne?

dove è la cosapevolezza delle donne?

questa mancanza di orgoglio e consapevolezza si traduce nell'assenza di una forza che può far cambiare l'opinione pubblica, che può influire positivamente sugli squilibri in corso, su queste dinamiche patriarcali di distruzione di ogni diritti umano.

dove sono tutte quelle donne che a loro modo fanno sentire la loro voce a favore di una vita più rispettosa dell'ambiente e dell'umanità?

è vero, molte donne si muovono in questa direzione oggi, sopratutto tramite la rete.

sono donne attive su tanti fronti, che scrivono, che attraverso l'arte veicolano un messaggio di rispetto. sono donne che studiano, che lavorano sopratutto su stesse attraverso una continua ricerca fuori e dentro di sè.

trailer del documentario di Libera Infanzia





ecco il trailer della campagna LIBERA INFANZIA promossa da un altro genere di comunicazione.

Il documentario sarà pronto a breve!

noi di SUD EST FEM condividiamo e diffondiamo. Perchè crediamo che questo sia un dei tanti modi per denunciare l' indiscriminato utilizzo che si fa dei corpi delle bambine, le nostre future donne.


mercoledì 10 novembre 2010

RIPRENDIAMOCI LA POLITICA


continuo a lanciare questo appello: RIPRENDIAMOCI LA POLITICA


Non se ne può più. Quasta politica, la cosa pubblica, in Italia è diventata una arena di pagliacci, di puttane, di maschi assatanati di sesso, di intrighi di Stato, di frodi, di banche, di potenti che si sentono autorizzati ad offendere gratuitamente i gay, donne,  bambini, disabili,  immigrati, disoccupati, cassi integrati, precari, anziani, femministe.

Questa è la politica dei fatti privati e personali di quei grossi e ricchi e ignobili personaggi che siedono sulle succulenti sedie del potere e grazie ad esse prendono le decisioni per tutti quanti noi, senza pensare minimamente a noi.

IO NON CI STO: Basta con il voyeurismo mediatico sui corpi delle donne

Lettera aperta ai mezzi di informazione italiani

Siamo stanche e siamo indignate.

Non solo siamo state offese dai recenti comportamenti dei politici nei nostri confronti, ma anche e soprattutto dall’atteggiamento ipocrita di molti mezzi di informazione che, anziché limitarsi alla denuncia, hanno ossessivamente diffuso immagini e video soft-pornografici, nell’ennesima profusione gratuita di corpi di donne svestite in pasto agli sguardi di tutti.

Ci e vi chiediamo: dove finisce il corretto dovere di cronaca sulle vicende di chi ci dovrebbe rappresentare politicamente e dove comincia il perverso gioco al solletico del voyeurismo del pubblico?

violenza alle donne: MOLESTIE SUL LAVORO ....non stiamo zitte, parliamone, denunciamo... NON SIAMO NOI LE COLPEVOLI...




pubblicata da Voce Donna il giorno sabato 18 settembre 2010


violenza alle donne: MOLESTIE SUL LAVORO ... una su due abbiamo subito almeno una volta una vessazione sessuale...
non stiamo zitte,  parliamone, informiamo anche le giovani e giovanissime generazioni,   denunciamo... NON SENTIAMOCI COLPEVOLI  DI UNA VIOLENZA CHE CI VIENE FATTA SOLO PERCHè  DONNE... :((

Licenziata!

 


la fabbrica Omsa di Faenza ha chiuso battenti per trasferirsi in Serbia, dove ovviamente la manodopera costa molto di meno.

Così facendo, questa ditta che fa prodotti per donne come le calze, manda per assurdo a casa soprattutto lavoratrici donne.  

è l'ennesimo esempio di come una azienda arricchitasi grazie alla produttività delle sue risorse umane, decide della vita di tante donne, che dopo tanti anni di ricatti subiti, le spedisce dritte tra le mura di casa.  

Siamo solidali con queste donne e indignate contro la selvaggia politica di licenziamenti di queste azienda.

e il minimo che possiamo fare è BOICOTTARE i prodotti di questo marchio che sono:

- Omsa
- Serenella
- Golden Lady
- Philippe Matignon
- Sisi
- Hue Donna
- Hue Uomo
- Saltallegro
- Saltallegro Bebè
- Mandarina Duck

martedì 9 novembre 2010

DI NUOVO-LIBERE


                         


prendetevi 30 minuti del vostro tempo per guardare questo atto unico diretto da Cristina Comencini. finalmente si trova anche su internet, lo stavo aspettando. é un dialogo tra due donne.

Una delle due è di quelle che hanno fatto il femminismo degli anni 70, una donna che oggi è triste e delusa della sua stessa rivoluzione.

L'altra invece è una ventenne, è una che la rivoluzione non l'ha fatta, ma si è ritrovata a vivere dei risultati di quei femminismi andati, è una che da quando è nata le hanno insegnato la libertà di essere donna, di esssere una privilegiata.

il loro è uno scontro, che diventa progressivamente un confronto, tra le paure di non essere amate, di rimanere da sole, della maternità, del non riuscrire ad essere mamma e lavoratrice allo stesso tempo, della sessualità, del dover fare i conti con i sensi di colpa, dell'impossibilità di cambiare quelle regole, quelle forme fatte e dettate dai soli uomini.

UN MESSAGGIO PER FERMARE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

In occasione della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle  Donne” del 25 Novembre, la Commissione delle Pari Opportunità del comune di Corsano invita tutti i giovani e le scuole ad aderire attivamente all’iniziativa  attraverso l’elaborazione di un messaggio efficace di sensibilizzazione contro la violenza di genere.
           
L’iniziativa vuole essere un modo per avvicinare le nuove generazioni al tema della violenza attraverso la loro creatività e il loro immaginario, puntando a prevenire atteggiamenti violenti e in generale ogni forma di discriminazione, e a formare cittadini che possano vivere serenamente nel rispetto reciproco.

Questa iniziativa vuole essere un laboratorio di confronto capace di smuovere coscienze e culture, uno strumento per far acquisire una maggiore consapevolezza del problema e tentare di contrastarlo.
           
Il concorso è rivolto ai ragazzi del territorio che, in forma singola o accorporata, possono presentare un elaborato in forma di slogan e/o cartellonistica.  I lavori devono esprimere concetti,  strumenti e modalità di azione utili a promuovere e sostenere iniziative di sensibilizzazione contro la violenza alle donne.

La consegna deve essere effettuata presso il comune di Corsano entro e non oltre le ore 13,00 del giorno 19 novembre. Tutti i lavori saranno esposti in piazza San Biagio domenica 21 novembre. L’elaborato più significativo sfilerà a Lecce il 25 novembre in occasione della fiaccolata provinciale “Il salento in marcia contro la violenza”

LA PUGLIA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

sembra che la Puglia si voglia muovere su una programmata direzione per combattere la violenza sulle donne.
Lo scorso giovedi ho assistito alla conferenza tenutasi alla provincia di Lecce con gli ambiti territoriali. I soldi per finanziare l'apertura di nuovi centri anti-violenza ci sono. Fatto sta è definire la struttura, le modalità e gli operatori che andranno a confrontarsi con le donne vittime di violenza. Ma i primi passi si stanno facendo.
la violenza contro le donne così diventa prioritario per la politica pugliese del wellfare. La violenza non deve essere solo lasciato ad associazioni, alle case che accolgono donne maltrattate, alle femministe. La violenza non può essere solo un problema delle donne, del privato, ma un problema di tutti.

sabato 6 novembre 2010

I FIGLI DEGLI ALTRI E LE BATTUTE DEI POTENTI


condividiamo la lettera scritta da Giuseppina La Delfa, presidente dell'associazione genitori omesessuali famigliearcobaleno.


Ho letto questi giorni tutti i commenti e le esternazioni possibili sull'infelice e terribile "battuta" del signor Berlusconi.
Qualcuno sostiene che questa non sia una battuta, bensì un messaggio chiaro inviato agli elettori, rivolgendosi agli istinti e sentimenti più bassi che, senza riflettere, la gente può esternare; come fa quando ride delle barzellette sui carabinieri, sui froci, sugli ebrei, sulle bionde... 

Linda - Uno spot contro il silenzio

venerdì 5 novembre 2010

APPROFITTARE DELL'ASSENZA DELLE DONNE NELLA STORIA

ogni giorno che mi sveglio, rabbrividisco di fronte ai fatti che capitano nel nostro paese.

Il pensiero che i nostri politici tutto fanno tranne che curarsi del bene pubblico, del bene della collettività, mi rafforza l'idea che ho sempre avuto di loro.

Il loro lavoro dovrebbe essere fatto di azioni per la collettività, per il nostro benessere economico, fisico e sociale, e non solo.

La politica per me è cura e protezione dei deboli, di quelli che non hanno la fortuna di avere una casa, un lavoro, di coloro che hanno una malattia, fisica o mentale, di coloro che sono discriminati per il colore della pelle, per l'etnia, per il sesso.

La politica deve essere la cura dei bambini, dei loro diritti a crescere serenamente, a istruirsi, e un giorno essere indipendenti e realizzati.

La politica è il bene per tutti quanti, buoni o cattivi, uomini o donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, neri e bianchi.

mercoledì 3 novembre 2010

UNA CONDANNA CULTURALE

foto di Alessandra Sanguinetti

Svincolarsi del destino biologico è davvero impossibile in certi casi. E' una condanna culturale, imposta dal mondo patriarcale. Per una donna esprimere qualcosa di proprio, qualcosa di unico ed originale a spese di quella devozione all' altro, alla relazione, a quella sua indole di dire mai di no.

Quante donne ci sono che non dicono mai di no. Che zitte zitte sopportano e tirano avanti così per tutta la vita, sopprimendo le loro vere emozioni, i loro veri sogni.

Ecco perchè poi si ridicolarizzano le femministe rompiscatole, che parlano troppo insomma, che stravolgano quella immagine di donna che ama unicamente un figlio alla volta e per sempre, che non tradisce mai, che si dedica sempre ai lavori di cura, obbediente e pacifica.

inoltre è una condanna culturale anche il fatto che la donna non è portata a fare Politica. La donna è troppo buona per occuparsi della cosa pubblica, e quindi è meglio che rimanga a casa, a occuparsi della cosa privata.

martedì 2 novembre 2010

Appello per il 25 novembre. L’uccisione di Sarah non è un talk show


di Movimento femminista proletario rivoluzionario - Taranto

Il Mfpr chiama tutte/i sia a livello locale che nazionale a rendere la morte di Sarah come la uccisione e violenze sessuali di tante ragazze e donne, una forte "arma" contro questo sistema sociale da moderno medioevo.


Appello
L’uccisione di Sarah sta mettendo in evidenza vari aspetti.

L’assurdo circo mediatico che si è costruito intorno.

Questo da un lato ha fatto diventare una vicenda, che affonda della guerra di bassa intensità contro le donne ed è parte nella condizione di vita, sociale di tante ragazze, un talk show, un brutto film giallo ("Avetrana nn è Hollywood" è la scritta comparsa giorni fa su un muro del paese); a questo punto, resa la morte di Sarah uno spettacolo da "grande fratello", non è più reale, non deve più provocare emozioni, rabbia, ribellione, ma morbosa curiosità, facendo volutamente un’operazione di capovolgimento: non si parte dalla vicenda personale per comprenderne le ragioni sociali, ma si cancellano di fatto le ragioni sociali e tutto si riduce a scandagliare i particolari.

LIBERA INFANZIA


apprendo con enorme piacere che riprende la campagna di LIBERA INFANZIA, iniziativa ideata da un'altro genere di comunicazione.

il lavoro nasce dalla triste consapevolezza dell'uso indiscriminato del corpo delle bambine per vendere i prodotti.

Le nostre bambine vengono rappresentante non solo come merce, ma come oggetto sessuale e appetibile, attraverso una eroticizzazione del loro corpo, che come quello delle adulte,  diventa oggetto di desiderio degli uomini.

La questione è davvero grave. Si incomincia da presto a indottrinare le bambine ad essere adulte prima del dovuto, ad essere sensulamente appetibili, incitandole quindi ad assumere atteggiamenti provocanti, a vestirsi come le loro mamme, a preoccuparsi solo del loro aspetto esteriore, ad essere sexy e basta.

Per non parlare del fatto che questo tipo di immagini alimentano la pedopornografia, il turismo sessuale, e la pedofilia in genere.

la campagna vuole monitorare la diffusione  di immagini  "bambina-oggetto sessuale" tra i mass media italiani (dato che il fenomeno è prettamente italiano); far conoscere queste immagini  e sensibilizzare chi ha buon senso a boicottare questi prodotti o inviare alle aziende in questione una e.mail action di disappunto e indignazione.

IL DESTINO PUO' ESSERE SOLO MIO?

ieri parlavo con una donna adulta, casalinga, con tre figli adolescenti. Si parlava del più del meno, come sempre.

Ad un certo punto mi ha chiesto dei miei sogni, delle mie ambizioni, di cosa vorrei essere da grande.
le ho risposto che ancora devo decidere cosa sarò da grande, e lei mi ha sorriso timidamente. così , con il cuore in mano, ha provato a spiegare quello che l'è successo, quando alla mia età, aveva tanti sogni nel cassetto. Che voleva diventare qualcuno, che voleva realizzarsi. Invece sono arrivati i figli, e con loro, non ha avuto più il tempo e lo spazio per pensare a se stessa.

Questa è una storia comune, una storia che sento tutti i giorni, da donne , madri, nonne.  ed è l'ennesima conferma che la donna si trova sempre in mezzo a due versanti.

il primo versante comprende dei fattori interni, come il rapporto con l'uomo, con il proprio corpo e sessualità, il ruolo di figlia, madre e nonnna, nelle sue evoluzioni fino alla menopausa.