domenica 28 novembre 2010

DONNA PRO DEATH



in questi giorni si ritorna a parlare di movimenti pro-life. proprio in concomitanza della giornata mondiale contro la violenza sulle donne....

si, perchè i movimenti per la vita parlano di violenza sulle donne come se sapessero qualcosa in materia. A me è capitato di scontrarmi quasi pubblicamente con un un uomo pro life, per altro un prete, che, in un convegno sulla violenza sulla donna, ha dirottato il suo discorso sull'aborto: la donna si fa violenza, si fa del male, se decide di abortire piuttosto che dare al mondo la vita. si, perchè quest'uomo parlava di peccato, un atto orribile nei confronti della vita stessa, un atto di cui la donna rimane per sempre traumatizzata.

Immaginate una platea di adolescenti tra i 12 e 13 anni, pubblico quindi con la quale si deve stare molto attenti ad usare le parole. Io, da relatrice, che parlo in modo semplice e naturale della violenza sulle donne, del come del dove e del perchè, partendo proprio da una esperienza personale, visto che una vera femminista parte sempre dal sè. Io che procedo allargandomi ad un frasario che esprimi la liberazione della donna da ogni pregiudizio, da ogni costruzione sociale che la vede come un oggetto, come proprietà di un padrone, come un buco da quale esce la vita. Io che incito all' autodeterminazione, alla capacità di scegliere del proprio destino, alla costruzione del sè.

Subito dopo, ecco il travolgente movimento pro life contro l'aborto, per altro argomento che non mi pare centri qualcosa con la violenza che le donne subiscono. e sì, perchè i preti, la chiesa e le gente pro life in genere, che ne sanno se una donna è costretta ad abortire perchè è stata violentata da un bastardo di uomo. che ne sanno se una donna decide volontariamente di non far crescere dentro di sè la vita per motivi esterni ed interni a lei, che ne sanno se una donna opta per se stessa piuttosto che soccombere a qualcos'altro e qualcun'altro. che ne sanno se la donna è libera di decidere del proprio corpo dove e quando e come vuole.

che ne sanno tutti questi uomini, che per altro decidono di non essere neanche genitori  (scelta piuttosto facile direi), che ne sanno loro di una donna e dei suoi desideri, delle sue priorità, delle sue necessità. come osano ancora nel 2010, parlando di violenza sulle donne, accennare all'aborto come un atto di violenza contro la vita, con l'intento premeditato di farci sentire ulteriormente responsabili di una colpa inventata da loro stessi. come si permettono di giudicare il nostro corpo, come osano ancora poter controllare la nostra stessa vita.

quanto tempo ancora saremo disposte a sorbirci questo maledetto frasario pro life, contro le donne, pro violenza sulle donne e il loro silenzio nei secoli nei secoli?

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