giovedì 11 novembre 2010

DONNE INCONSAPEVOLI




dove è l'orgoglio femminile che ha ispirato la forza, la dignità, il combattere, l'integrità delle donne?

dove è la cosapevolezza delle donne?

questa mancanza di orgoglio e consapevolezza si traduce nell'assenza di una forza che può far cambiare l'opinione pubblica, che può influire positivamente sugli squilibri in corso, su queste dinamiche patriarcali di distruzione di ogni diritti umano.

dove sono tutte quelle donne che a loro modo fanno sentire la loro voce a favore di una vita più rispettosa dell'ambiente e dell'umanità?

è vero, molte donne si muovono in questa direzione oggi, sopratutto tramite la rete.

sono donne attive su tanti fronti, che scrivono, che attraverso l'arte veicolano un messaggio di rispetto. sono donne che studiano, che lavorano sopratutto su stesse attraverso una continua ricerca fuori e dentro di sè.



sono troppo poche queste donne, pochissime rispetto alla maggioranza, di quelle silenziose, che non protestano contro le guerre, che non si indignano contro la violenza sulle donne e bambini, che non rifiutano ciò che sta succedendo nel mondo.

sono donne che continuano a consumare, a sperperare, a pensare a modelli fatui di bellezza artificiale.

sono donne che non percepiscono l'urgenza di andare al nocciolo, non si preoccupano del futuro ambientale dei loro figli, non modificano la loro routine, non si accorgono che alcune delle loro libertà, da poco conquistate, sono minacciate e precarie.



sono donne che dovrebbero orgogliosamente dire di non essere state loro la causa di tutti questi fenomeni distruttivi. le donne non hanno costruito armamenti, non hanno inventato macchine nè sostanze velenose per l'ambiente, non hanno sfruttato il lavoro di schiavi, non hanno ideato le dittature, nè prima nè durante il patriarcato.

è assodato che è innata la capacità delle donne di proteggere, di curare, di amministrare e avere cura della comunità, dalla famiglia in poi.

le eccezioni ci sono, comunque sia, esce una benignità delle donne rispetto alla malignità maschile.

perchè le donne sono incosapevoli di questo, piuttosto adottano i modelli inventati dagli uomini, nascondendosi sotto la vernice del benessere materiale?

penso che la lontananza delle donne metropolitane dalla natura e dai cicli stagionali, ha fatto perdere loro una sintonia che viene inevitabilmente compensata dal consumismo, dall'abbigliamento, dai cosmetici, dall'arredo, dal cibo, da tutto ciò che la circonda e la bombarda continuamente.

manca l'aria, la luce, l'acqua, il fuoco, la terra.

intorno è tutto asfalto, meccanica. intono è il predominio dei grigi.

la vita in città per le donne è molto più faticosa rispetto a quella degli uomini, specie se hanno dei figli. sempre in automobile, su e giù con buste della spesa. sempre all'interno di qualche edificio, a pulire, lavorare, a passare il tempo libero.

questo alienante stile di vita, ha allontanato la donna dalla natura. anzi spesso la donna ha paura nei confronti di essa. le donne temono i fenomeni metereologici, gli animali, gli insetti più innoqui, la terra e il fango che sporca. non fanno altro che igenizzare tutto, con detersivi, pesticidi, deodoranti.

per quanto riguarda l'aggressività, ora viene chiesto loro di tirarla fuori per competere nel lavoro, per rimanere a galla in un mondo aggressivo e maschilista.

c'è da diventare pazze così. si chiede loro contemporaneamente cose opposte e irrealizzabili. essere miti e arrendevoli, ma anche forti e tenaci. nonviolente ma aggressive, consumatrici ma anche attente allo spreco.

la sosietà di oggi chiede alle donne di mettere a disposizioni due qualità che con il tempo si sono andate eclissando, perchè è stata la stessa società ad averle incitate ad abbandonarle, avendo bisogno anche di loro per far girare la ruota della produzione.

in altre parole, le donne dovrebbero riacquiastare le primordiali qualità, per metterle a disposizioni della comunità. ma come fare ciò senza perdere la propria autonomia?

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