mercoledì 27 ottobre 2010

LAVORATRICE O MADRE?


Mi invia una e-mail una ragazza, che,  angosciata sul suo futuro già incerto e precario per i tempi che corrono, mi chiede giustamente cosa ne penso riguardo al fatto che una donna sia costretta, specialmente qui nel Sud, a scegliere tra LAVORO e FAMIGLIA.

La ragazza in questione è neo-laureata, e ovviamente sta amaramente scoprendo quanto sia complicato trovare un lavoro coerente con i faticosi studi specialmente in un Sud dove il lavoro non c'è, e quel poco che c'è non riconosce affatto la tua prepazione.

Bene, io ho una mia opinione a riguardo e provo a rispondere alla domanda che la ragazza mi ha posto.



Premetto che anche io sono ragazza, che si improvvisa con lavoretti di fortuna,  che è alla ricerca della propria dimensione, che vorrebbe realizzarsi e cercare l'indipendenza economica, che si sente disorientata, che vorrebbe trovare la bussola, e perchè no, avere una famiglia prima o poi.

insomma, carissima amica,  in Italia, senza appellarmi a dati e statistiche, abbiamo il tasso di fecondità più basso in Europa e inoltre abbiamo anche la fecondità più tardiva insieme alla Spagna. Tutti i primati negativi a noi!!!!  in due parole, facciamo pochissimi figli e anche in età tardiva!!! 

tempo fa  una donna era o lavoratrice o mamma. Ora in molti paesi europei, lavorare ed essere madri non sono più scelte alternative: l'una non esclude l'altra insomma. Vedi l'esempio della Norvegia, che tutte le donne del mondo invidiano. Anche perchè, se in una famiglia sono in due a lavorare, credo proprio che si ci sente molto più sicuri e quindi si ha la possibilità di avere più bambini e garantire loro un futuro equilibrato.

dunque perchè questo tendenza in Italia???

Penso che sia una resistenza culturale principalmente. Una donna che lavora e decidere di figliare, come è giusto che sia, si ritrova inevitabilmente a fare i conti con una società un pò sorda e cattiva nei confronti di questo fatto naturale. Sento dire di donne che vengono licenziate quando il datore scopre la gravidanza, di donne che vengono licenziate anche dopo che tornano dalla maternità. IN entrambi i casi è illegale, ma in Italy cosa è legale????

e poi la modernizzazione del lavoro ha creato flessibilità, che si traduce in precariato. Sono molto più le donne ad avere contratti atipici che uomini. Qundi meno sicurezze, e quindi meno diritti.
 
Per non parlare delle strutture: pochi servizi per l'infanzia, ad elevato costo, poca condivisione del lavoro di cura dei bambini con il padre (il condego di paternità???), un attegiamento poco favorevole delle aziende che al ritorno dalla maternità arrivano fino a casi di vero mobbing e di forme di discrimanazione, che inducono le povere neomamma a lasciare per sempre il posto di lavoro. E la lista non finisce qua sicuramente....


Cara amica. Ti consiglio a sto punto di trovare prima un lavoro, magari creandotelo da sola, e così avere la possibilità di autorealizzarti. questa sarebbe la strada più semplice, almeno per come la penso io. ma non ti nego che ammiro tantissimo quelle giovani donne che decidono di diventare mamme ed essere lavoratrici, che tenacemente dimostrano a tutto questo schifoso mondo quanto sono forti e determinate!!!!

Nessun commento:

Posta un commento